È un anniversario triste quello del 31 ottobre, perché ci ricorda che, a causa dell’imperizia e dell’irresponsabilità umana, 27 bambini e la loro insegnante rimasero schiacciati dal crollo della sopra elevazione della loro scuola, Francesco Jovine, di San Giuliano di Puglia (CB). È importante ricordare quelle piccole vittime e le loro famiglie lacerate, insieme a tutte le altre che ci sono state a causa della mancanza di sicurezza strutturale delle scuole (Ilaria a Zagarolo, Vito a Rivoli, gli studenti e il giovane vigilante della Casa dello Studente a L’Aquila).
“Non si sta facendo abbastanza. I dati parlano chiaro: le scuole hanno una età media di 53 anni, e per questo richiedono continui interventi manutentivi che, il più delle volte, non vengono garantiti e che possono causare episodi di crolli o distacchi di intonaco. Episodi che continuano a verificarsi con una frequenza che non possiamo ignorare: 69 quelli verificatesi nell’ultimo anno, da settembre 2023 a settembre 2024; negli ultimi trenta giorni se ne sono aggiunti altri 20!”, afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. “I rischi vanno governati, non ignorati, richiedono interventi preventivi e, in molto casi, provvedimenti di emergenza per scongiurare altre tragedie. Invece, tra qualche promessa e protesta, ben poco accade di concreto. I fondi del PNRR destinati all’edilizia, benché rappresentino un impegno significativo, lasciano fuori migliaia di edifici che dovrebbero essere adeguati sismicamente, efficientati energeticamente, sbarrierati, in alcuni casi del tutto dismessi. È indispensabile ripartire subito con la programmazione ordinaria e triennale degli interventi, individuare le priorità, investire nella manutenzione ordinaria e straordinaria. Da troppo tempo denunciamo tutto ciò insieme al fatto che l’Osservatorio nazionale dell’Edilizia scolastica, al quale le associazioni impegnate sul tema come la nostra sono invitate, non si riunisce da più di due anni. Cosa si aspetta a convocarlo?”.
A Napoli il primo appuntamento, poi Padova, Palermo e Campobasso: in piazza farmacisti, medici di famiglia e volontari di Cittadinanzattiva per sensibilizzare i cittadini e informarli sulle vaccinazioni
Parte da Napoli, in piazza Plebiscito, il 26 e 27 ottobre, il tour della campagna “Tutto Vaccini” promossa da Cittadinanzattiva - in collaborazione con Federfarma e FIMMG - con l’obiettivo di facilitare ai cittadini l’accesso alle vaccinazioni e favorire una scelta consapevole ed informata. “Tutto Vaccini” farà tappa in 10 Regioni italiane: oltre a Campania, Veneto (il 6 novembre a Padova), Sicilia (il 15 novembre a Palermo) e Molise (il 23 novembre a Campobasso), si proseguirà fra fine 2024 e i primi mesi del 2025 anche con le tappe in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Puglia.
Presentato il Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva: liste di attesa, difficoltà nell’accesso ai Pronto Soccorso e pochi servizi sul territorio restano in testa alle preoccupazioni dei cittadini. “Un fermo immagine che stentiamo a superare”
È sempre il grande tema delle difficoltà di accesso alle cure sanitarie del nostro Paese quello che emerge dall’annuale Rapporto civico sulla salute, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva presso il Ministero della Salute, alla presenza del Ministro Orazio Schillaci. Su 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 (in crescita di 9971 rispetto all’anno precedente), quasi una su tre - il 32,4%, +2,8% rispetto al 2022 e +8,6 rispetto al 2021 - fa riferimento al mancato accesso alle prestazioni. A seguire, con il 14,2%, il tema delle cure primarie (anche questo in crescita, +5,1% rispetto al 2022), ossia le difficoltà nel rapporto tra i cittadini e i Medici di Medicina generale e i Pediatri di Libera Scelta, nella continuità assistenziale e nel raccordo ospedale territorio. Poco sotto l’ambito dell’assistenza ospedaliera (13,3% nel 2023, -2,5% rispetto all’anno precedente), ossia le difficoltà relative ai Pronto soccorso, ai ricoveri e alle dimissioni; con l’11,1% segue l’ambito dell’assistenza territoriale (+5,4% rispetto al 2022), ossia le criticità relative allo scarso coordinamento delle strutture sul territorio, alla carenza di personale, alla scarsa presa in carico del paziente. Sotto al 10%, ma comunque rilevante, l’ambito della prevenzione che nel 2023 raccoglie l’8,6% delle segnalazioni (era il 15,2% nell’anno precedente).
INTERVISTE E VIDEO SPOT SONO DISPONIBILI SUL CANALE YOUTUBE
Lanciano un appello per invitare le donne a fare prevenzione perché la tutela della salute, che nella loro condizione di restrizione è spesso ostacolata da numerosi elementi, è un atto di libertà. È questo il senso del video spot #laprevenzioneliberatutte, di cui sono protagoniste alcune delle donne recluse nella Casa Circondariale di Rebibbia, diffuso oggi sul Canale Youtube di Cittadinanzattiva, in occasione della Giornata internazionale contro il cancro al seno.
Il video fa parte del progetto I Care promosso da Cittadinanzattiva e che ha coinvolto le donne detenute nel carcere di Rebibbia. Attualmente la popolazione femminile di Rebibbia conta 376 presenze, dato che lo rende il carcere femminile più grande d’Europa. Ben il 35% è rappresentato da donne di nazionalità straniera, provenienti per la maggior parte da Romania e Nigeria, Marocco, Bosnia Erzegovina e Bulgaria.
Caregiver familiari: presentato oggi il Manifesto-appello per una legge inclusiva e di equità sociale, promosso da CARER e Cittadinanzattiva e sostenuto da Comuni, Associazioni, Organizzazioni Professionali e Sindacali. È possibile firmarlo anche su Change.org
Una legge inclusiva e di equità sociale che garantisca diritti e tutele al caregiver familiare, rispettando quattro criteri: una definizione ampia della figura, che riconosca diritti e tutele anche se il caregiver non convive o non è un familiare della persona assistita; che lo coinvolga attivamente nella stesura del cosiddetto Progetto di vita o Progetto Assistenziale Individualizzato della persona assistita (normative regionali e Art. 39 Dlgs 29/24) e sia espressione anche dei suoi bisogni come caregiver; che preveda l’attivazione di tutele crescenti rapportate al carico assistenziale e agli impatti/bisogni del caregiver; che abbia risorse congrue per garantire una effettiva esigibilità delle tutele ed essere così una concreta base di partenza per il disegno e l’attuazione di servizi e sostegni dedicati a chi si prende cura.
Appuntamento il 15 ottobre alle 16 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati
Dal 17 gennaio 2024, si è insediato il “Tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari”, istituito dal Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli e dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone. Sempre nel 2024 sono stati depositati, presso la Camera dei Deputati e incardinati presso la Commissione affari sociali, nove disegni di legge già oggetto di specifiche audizioni informali e che subiranno, nei prossimi giorni, un accorpamento utile alla definizione di un testo base che sembrerebbe dover terminare il suo iter in Parlamento entro la fine dell'autunno. Dopo anni d’attesa, siamo dunque ad un passo dall’approvazione di una legge statale che potrebbe finalmente definire la figura del caregiver familiare e riconoscerne i diritti individuali, indipendentemente da quelli della persona che ha in cura.
In questo contesto, Cittadinanzattiva e CARER (Associazione Caregiver familiari) presentano un MANIFESTO-APPELLO rivolto a tutti i soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti nel processo di definizione della proposta di legge, nonché ai singoli cittadini e alle altre organizzazioni civiche e di pazienti, affinché i contenuti della norma siano ispirati a principi di inclusività e di equità sociale.
Il Manifesto sarà presentato nel corso di una conferenza stampa che si terrà il prossimo 15 ottobre, dalle ore 16.00 alle ore 17.00 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati (Via della Missione 4) e che sarà trasmessa in diretta sulla webtv della Camera.
Nel corso della conferenza stampa saranno presentati anche i risultati di una indagine civica condotta da Cittadinanzattiva negli scorsi mesi e che ha coinvolto circa 600 caregiver familiari, per fare il punto sulle principali difficoltà ed esigenze e raccoglierne il punto di vista in merito ai nuovi diritti e tutele che si aspetterebbero da una auspicabile prossima legge di carattere nazionale.
Assieme, medici di medicina generale e rappresentanti dei cittadini, per accrescere la consapevolezza delle giovani generazioni rispetto al corretto accesso ai servizi sanitari e migliorare il rapporto di fiducia nei confronti di chi è chiamato a prendersi cura della salute dei propri pazienti. Parte da qui l’iniziativa che vede assieme la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale e Cittadinanzattiva, con l’obiettivo di contribuire a rafforzare la fiducia fra cittadini e personale sanitario e impedire nel futuro inaccettabili episodi di violenza nei confronti dei medici. Già nei prossimi mesi saranno programmati, in accordo con diversi Istituti scolastici, incontri durante i quali i medici e i rappresentanti di Cittadinanzattiva si confronteranno con gli studenti delle classi secondarie di secondo grado. «Questi incontri, preziosi per spiegare ai ragazzi l’importanza dei servizi sanitari e il modo corretto di utilizzare questi servizi – anche alla luce dei nuovi interventi legislativi messi in campo dal Governo - rappresentano il nostro contributo alla soluzione di un fenomeno sociale gravissimo. Un fenomeno che sta favorendo l’abbandono delle aree assistenziali più colpite dalla violenza da parte dei professionisti medici e non medici», spiega Tommasa Maio (Segretario Nazionale Fimmg C.A.). «Le dinamiche con cui si sono svolti i recenti e gravissimi fatti di cronaca, che in queste settimane hanno segnato una nuova escalation del problema, ci dimostrano come le aggressioni non siano solo il risultato di una scarsa capacità comunicativa dei medici, come qualcuno cerca di fare apparire, bensì il frutto di un profondo degrado culturale che investe il Paese trasversalmente».
Queste le parole di Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva: «Questa iniziativa si inserisce nel solco del reciproco impegno teso a rafforzare il rapporto fra medico e paziente. Partiamo questa volta dai giovani perché possano divenire a loro volta veicolo di informazione e consapevolezza verso il proprio nucleo familiare ed amicale, creando un ciclo virtuoso di conoscenza che contribuisca a prevenire situazioni conflittuali nei confronti del personale sanitario».
Asili e università più sicuri delle scuole ma tutti impreparati nel prevenire e gestire i rischi.Al via Scatti di sicurezza, un contest fotografico per raccontare lo stato di sicurezza delle scuole e del territorio
Da settembre 2023 sono stati 69 i crolli che hanno interessato le scuole, numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni: di questi28 si sono verificati nelle regioni del Sud e nelle Isole, così come in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%). In molti casi eventi preannunciati da segnali visibili ma sottovalutati.
Sempre elevato il numero degli edifici scolastici che non possiede il certificato di agibilità (59,16%) né quello di prevenzione incendi (57,68%); senza collaudo statico il 41,50% (i dati fanno riferimento al 2022, ultimi resi disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica).
Piccoli passi in avanti - ma ancora insufficienti se si considera che, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2 - si riscontrano rispetto agli interventi di adeguamento e miglioramento sismici: poco più del 3% ha avuto interventi di questo tipo, e l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.
Sono i dati del secondo accesso civico condotto da Cittadinanzattiva sui finanziamenti per diagnosi precoce, avvio di percorsi di presa in carico multidisciplinare e individuazione dei centri specializzati sul territorio.
Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta: queste, fra le 20 contattate da Cittadinanzattiva attraverso una nuova istanza di accesso civico, sono le 10 Regioni che hanno fornito risposte complete rispetto all’utilizzo dei fondi previsti dalla Legge di bilancio 2022 (5 milioni di euro in totale) e dedicati all’individuazione sul proprio territorio di uno o più centri specializzati, idonei alla diagnosi e alla cura della fibromialgia e in grado di assicurare ai pazienti una presa in carico multidisciplinare. Mancano completamente le risposte di Calabria e Campania, i cui fondi ammontano rispettivamente a 160.034 euro e 471.957 euro. La Sicilia inizialmente non ha risposto alle istanze di accesso civico, ma ha successivamente inviato tutta la documentazione relativa all’utilizzo dei fondi ricevuti (410.113 euro). Basilicata, Liguria, Molise, Puglia, Umbria e Veneto hanno fornito risposte non complete.
Ennesimo caso di violenza ai danni del personale sanitario: a Foggia, a seguito del decesso in ospedale di una ragazza di 23 anni, decine di familiari hanno invaso l’ospedale e si sono scagliati contro medici e infermieri, costringendo un gruppo a barricarsi in una stanza per difendersi.
“Questo nuovo grave episodio di violenza - commenta Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva - come i tanti altri riportati in tutta Italia, richiama l’attenzione sul tema del rapporto di fiducia fra sanitari e pazienti o familiari e della umanizzazione delle cure: sono necessarie misure specifiche per tutelare il personale che opera negli ospedali, nelle ASL, e in tutti i luoghi in cui si erogano servizi socio-sanitari, per permettere loro di lavorare in condizioni di sicurezza e serenità e per garantire ai cittadini tutti i servizi di cui hanno bisogno. Sulla vicenda specifica di Foggia aspettiamo gli esiti della doppia indagine, quella sui fatti di violenza subiti dai professionisti sanitari, e quella interna per valutare il percorso di assistenza alla giovane ragazza deceduta a seguito dell'intervento chirurgico. Un intreccio di situazioni pesanti che ci lascia veramente sconvolti e sulle quali speriamo si faccia presto chiarezza”.
“La notizia di questo episodio - aggiunge Matteo Valentino, Segretario regionale di Cittadinanzattiva Puglia - purtroppo non isolato nella nostra regione, sta scuotendo molto la comunità, perchè porta alla ribalta nazionale la difficoltà di una realtà sanitaria locale davvero in crisi.
Conoscere quale sia la situazione dei tempi di attesa in sanità nel nostro Paese è un’ardua impresa. Sebbene i cittadini, le cronache nazionali e locali, le stesse istituzioni riconoscano che i tempi per accedere alle cure sono spesso troppo lunghi, avere una fotografia precisa della situazione nelle varie Asl e Regioni non è affatto scontato. Dal Sud al Nord è una babele di dati e modalità di aggiornamento delle piattaforme online con cui le Regioni dovrebbero fornire un quadro della situazione in tempo pressoché reale.
Da una indagine effettuata da Cittadinanzattiva (qui le tabelle regionali e qui il documento di sintesi) nella seconda metà di giugno emerge che solo 9 regioni su 20 forniscono online l’aggiornamento dei tempi di attesa a giugno 2024 (Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta, Umbria, Friuli, Calabria e Alto Adige); la Lombardia ed il Piemonte lo fanno soltanto per alcune ASL; le restanti regioni al massimo a Maggio 2024*. Bandiera nera è il Molise, con dati disponibili fino al 2023. I dati, inoltre, vengono forniti in almeno tre diverse modalità, il che ne rende difficile il confronto spesso anche all’interno dello stesso territorio: in percentuale, ricavata dal rapporto tra il numero di prestazioni erogate nei tempi previsti dal codice di priorità e il totale delle prenotazioni; in giorni di attesa medi previsti; indicando la prima data disponibile. L’indagine di Cittadinanzattiva si è concentrata sull’analisi dei tempi di attesa di sei prestazioni, in tutte le regioni: prima visita cardiologica, prima visita pneumologica, prima visita ginecologica, prima visita oncologica, ecografia addome completo, mammografia.
La fotografia emersa evidenzia che da Nord a Sud ci sono difficoltà nel rispetto delle tempistiche previste dalle diverse classi di priorità (U-Urgente: da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; B-Breve: da eseguire entro 10 giorni; D-Differibile: da eseguire entro 30 giorni per le visite, entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P-Programmata: da eseguire entro 120 giorni).
Una legge nazionale che riconosca la figura del caregiver in senso ampio, al di là del vincolo di convivenza, e che si occupi di definirne propri diritti e tutele al di là di quelli della persona della quale si prende cura. È questa in estrema sintesi la richiesta avanzata oggi di Cittadinanzattiva nel corso della audizione presso l’XI Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati (qui il link al video per rivedere l'audizione).
“Attendiamo una legge nazionale che finalmente riconosca diritti e risorse per circa otto milioni e mezzo di persone, perché ad oggi c’è una situazione molto frammentata con alcune Regioni che hanno emanato normative non sempre omogenee. Da una indagine svolta da Cittadinanzattiva lo scorso anno emergeva ad esempio che oltre la metà era stato costretto ad abbandonare gli studi o il lavoro: una conseguenza quasi scontata se si pensa che più di due su tre (34,7%) dedicano alla cura del familiare oltre 20 ore a settimana”, dichiara Isabella Mori, responsabile tutela di Cittadinanzattiva, che oggi ha partecipato all’audizione.
Tumore alla prostata, i dati dell’analisi civica rivelano disparità nelle cure. Le proposte di Cittadinanzattiva per un accesso equo e tempestivo, medicina personalizzata e prevenzione
L’84,5% dei pazienti riferisce di non essere stato preso in gestione da un team multidisciplinare, nonostante l’82,5% delle strutture (8 su 10) affermi di avere al proprio interno una Prostate Cancer Unit o un Gruppo Multidisciplinare dedicato.
Analogamente 8 pazienti su 10 (il 75,9%) riferiscono di non essere stati inseriti in un PDTA mentre il 66,7% delle strutture intervistate afferma di aver adottato un PDTA dedicato al tumore della prostata. Buona l’attesa dalla diagnosi alla presa in carico del paziente: intercorre un tempo fino a 15 giorni nel 45,6%, compreso tra 16 giorni e un mese nel 40,4% dei casi, superiore ad un mese nel 14% dei casi.
7 Regioni (Piemonte, Friuli Venezia Giulia Liguria, Valle D’Aosta, Lazio, Umbria, Sicilia) riferiscono di aver attivato le Prostate Cancer Unit o Gruppi multidisciplinari riconosciuti sul tumore alla prostata; la Calabria, pur non avendo attivato la PCU né Gruppi multidisciplinari riconosciuti, ha previsto e organizzato un percorso personalizzato – PDTA - dedicato.
Persone senza fissa dimora, rifugiati e richiedenti asilo, donne migranti anche con bambini, persone migranti che vivono nelle estreme periferie urbane e rurali, persone detenute: a loro si rivolgono le Guide realizzate da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna “Il diritto alla salute ed all’informazione per il mondo dei fragili” per dare informazioni utili e coinvolgerli in percorsi di prevenzione e tutela della salute. Le tre Guide - focalizzate su: prevenzione delle infezioni materno-fetali, prevenzione della tubercolosi, lotta all’antimicrobico resistenza - sono redatte in italiano, inglese, francese, arabo, tigrino ed ucraino, e sono disponibili al seguente link.
Sono inoltre previsti 9 incontri territoriali che toccheranno la Campania (Avellino e Napoli), il Molise (2 incontri a Campobasso), il Piemonte (Alessandria), la Puglia (Cerignola e Rignano Garganico, entrambi in provincia di Foggia) ed il Veneto (2 aTreviso). Gli incontri saranno organizzati dalle segreterie regionali di Cittadinanzattiva con il coinvolgimento delle associazioni che operano sul territorio a favore dell’inclusione o rappresentative dei gruppi destinatari, operatori di strutture, mediatori culturali, esperti nazionali e regionali in ambito medico, scientifico e sociale, ASL locali, Consultori, ecc. In occasione degli incontri saranno distribuite le guide multilingue.
“Apprezziamo l’impegno che cinque Regioni, Emilia Romagna, Campania, Puglia, Toscana e Sardegna, stanno mettendo in campo per promuovere il referendum abrogativo della legge appena approvata sull’autonomia differenziata. E consideriamo un segnale positivo che anche quelle governate da partiti di maggioranza si stiano interrogando sulle conseguenze di questa legge, in assenza di misure di contenimento e garanzia. Come Cittadinanzattiva avevamo caldeggiato tale mobilitazione, perché la consideriamo un atto forte di responsabilità da parte delle istituzioni regionali e soprattutto uno strumento per attivare la partecipazione diretta dei cittadini ad una riforma che finora li ha esclusi da qualsiasi forma di dibattito. Consideriamo, parallelamente, la possibilità di essere tra i soggetti promotori di un referendum sul tema e di partecipare attivamente alla raccolta delle firme delle cittadine e dei cittadini sul territorio” a dichiararlo Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva.
“Sono anni che ci battiamo contro le disuguaglianze, che temiamo diventino irreparabili qualora si proceda in questa direzione. Quella sull'autonomia differenziata, oltre ad essere una legge rischiosa, è innanzitutto una legge anacronistica, perché arriva in un momento in cui, pur permanendo forti differenze territoriali nell’accesso ai servizi pubblici, tutte le Regioni appaiono in affanno, anche quelle considerate più efficienti. Per esempio, per quanto riguarda la salute dei cittadini, le regioni settentrionali corrono gli stessi rischi di desertificazione sanitaria di quelle meridionali, quasi tutte sono estremamente deboli nelle risposte di assistenza territoriale, molte devono la loro eccellenza alla forza dei servizi privati piuttosto che al rafforzamento di quelli pubblici. D'altro canto, alcune Regioni considerate più fragili stanno migliorando i loro servizi ma, privati di risorse o di interventi di tipo perequativo, rischiano di fare brutti passi indietro. E anche in tema di innovazione la frammentazione non è di aiuto: è degli scorsi giorni la notizia che il garante della Privacy ha avviato procedimenti nei confronti di 18 Regioni e delle 2 Province autonome perché nell'implementazione del Fascicolo sanitario elettronico ha riscontrato difformità che non garantiscono i diritti dei cittadini in maniera uniforme in tutto il Paese”.
Già costituita una Rete di 10 organizzazioni europee impegnate nei soccorsi in mare. Al via da settembre la formazione di legali ed attivisti.
Rafforzare la protezione dei diritti umani delle persone migranti in Italia, attraverso la costituzione di una rete di legali e di attivisti formati e attraverso una rete di organizzazioni impegnate a livello europeo nei soccorsi in mare. È questo l’obiettivo ultimo del progetto SCUDI, promosso da Cittadinanzattiva e CILD (Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma CERV 2023 (LITI) “Cittadini, uguaglianza, diritti e valori”.
“Negli ultimi anni, in Italia, si sono consolidate politiche e pratiche discriminatorie che generano disuguaglianze e esclusione delle persone migranti o con background migratorio, con un impatto maggiore sui soggetti più vulnerabili, come i minori e le donne. La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e i meccanismi di ricorso previsti dal diritto dell'UE sono scarsamente conosciuti e applicati, nonostante vi siano molteplici ambiti di applicazione per la tutela dei diritti delle persone migranti. Con il progetto SCUDI miriamo a superare questa situazione di violazione sistematica dei diritti attraverso un'azione di empowerment e capacity building rivolta alle organizzazioni della società civile impegnate nella difesa dei diritti delle persone migranti” - così dichiarano Laura Liberto, Coordinatrice nazionale della rete Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva, e Arturo Salerni, Presidente di CILD.
“La proposta di legge approvata è un passo in avanti importante verso il sistema universalistico in cui crediamo e su cui si fonda il nostro Servizio sanitario nazionale, e ci rende particolarmente orgogliosi perché recepisce la richiesta di garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili - svincolandola dalla residenza anagrafica e dalla regolarità di soggiorno - che avevamo avanzato attraverso la nostra Carta civica della salute globale. Allo stesso tempo è la dimostrazione che il concetto di inclusione è praticabile attraverso politiche pubbliche che nella concretezza rendano esigibili i diritti, a cominciare da quello alla salute, unico diritto ad essere indicato come “fondamentale” dalla nostra Costituzione”, dichiara Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva in merito all’approvazione alla Camera della proposta di legge A.C. 433 “Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora”, della quale il primo firmatario è l’onorevole Furfaro.
57 i progetti concorrenti al XIV Premio Andrea Alesini per le Buone pratiche in Sanità, promosso da Cittadinanzattiva e dedicato in questa edizione agli ambiti dell’innovazione digitale e del welfare culturale come strumenti per promuovere l’umanizzazione delle cure. La cerimonia di premiazione si è svolta oggi a Roma, presso la Fondazione Enpam, alla presenza della giuria e dei quattro soggetti vincitori e dei tre menzionati.
Per l’area innovazione digitale, la giuria ha selezionato il progetto StomyCraft della Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati che ha puntato sulla gamification come strumento per migliorare l’autogestione del paziente pediatrico, e il progetto Tobia della Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, che mette la teleconsulenza al servizio di pazienti con grave disabilità intellettiva e con autismo. Per l’ambito welfare culturale sono stati selezionati il progetto Spes – a cura di Asl Torino, Cultural Welfare Center, Società psichiatria, Social Community Theatre Centre – che prevede un percorso di formazione per insegnanti finalizzato a prevenire e identificare precocemente adolescenti a rischio suicidario, e il progetto HelloPet! della Azienda sanitaria di Biella, che punta sulla pet therapy come strumento per migliorare la salute psicofisica dei pazienti costretti a lunghe degenze in ospedale, in particolare bambini e persone con malattie in fase terminale. I progetti menzionati sono tre: servizi di elettroencefalogramma a domicilio per pazienti fragili ed anziani (presidi ospedalieri di Ravenna, Faenza e Lugo); una app per migliorare l’aderenza terapeutica, in particolare per l’assunzione dei farmaci, nei pazienti con artrite reumatoide (Coordinamento Malattie Rare Piemonte e Valle d’Aosta); la realizzazione di una cartella clinica elettronica per i pazienti in riabilitazione, particolarmente innovativa perché incentrata sull’analisi dei bisogni individuali e sulla valorizzazione del lavoro di equipe medica (Lega del Filo d’oro).
Senza alcun dibattito pubblico e con scarso coinvolgimento delle forze parlamentari si è arrivati oggi alla approvazione di una legge che impatterà sulla vita concreta delle cittadine e dei cittadini e che rischia di rivoluzionare completamente gli assetti istituzionali, determinando il consolidamento delle fratture e disuguaglianze che caratterizzano il nostro Paese.
“Il fatto che si tratti di una legge procedurale - che definisce al momento soltanto le procedure attraverso le quali le regioni possano eventualmente chiedere forme di autonomia differenziata – non ci rassicura affatto, perché la definizione dei Lep, ossia dei Livelli essenziali delle prestazioni, e le risorse necessarie per gli stessi, avverrà a valle e non preventivamente – come da più parti e in più occasioni richiesto”, commenta Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
La 25esima edizione della campagna nazionale per la sicurezza sulle strade delle vacanze parte quest’anno all’inizio dell’estate, in occasione della Giornata mondiale del Donatore di Sangue: all’abituale invito alla prudenza si aggiunge infatti quello alla donazione di sangue, due temi apparentemente distanti ma che hanno una connessione più forte di quanto si possa pensare. Con quasi cento aderenti in tutto il territorio nazionale, il patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e ANCI, la collaborazione dei testimonial Tessa Gelisio, Patrizio Roversi e Luca Mercalli, quest’anno la campagna viene promossa dal Centro Antartide in collaborazione con AVIS Emilia-Romagna. Cittadinanzattiva è fra le associazioni aderenti.
Praticare la sicurezza stradale e donare il sangue non sono gesti poi così lontani: in entrambi i casi si sta compiendo un atto di responsabilità e attenzione, mettendo al primo posto la propria salute e quella degli altri. E le connessioni non si fermano qui: non è raro che i feriti da incidenti stradali, per essere curati, abbiamo necessità di sangue che, tramite trasfusioni o emoderivati, in verità risulta vitale anche per persone che soffrono di varie patologie e ne hanno un bisogno quotidiano. Sarebbe facile dire “meno sangue sulle strade!”: la verità è che salvaguardare il nostro sangue, se non addirittura donarlo, va a beneficio di tutti!
Per questo “Vacanze Coi Fiocchi” 2024, la campagna nazionale per la sicurezza sulle strade delle vacanze, con il claim “Doniamo sicurezza”, unisce in un’unica azione di sensibilizzazione i due inviti: a dare un passaggio alla sicurezza attraverso la prudenza alla guida proprio nei mesi estivi che, come dimostrato anche dai dati più recenti, rimangono il periodo dell’anno in cui si registrano il maggior numero di incidenti e a programmare la propria donazione di sangue prima di partire, perché è sempre in questo periodo che, specialmente nelle località di vacanza, aumenta il fabbisogno di sangue. Non a caso il lancio avviene quest’anno proprio il 14 giugno, Giornata mondiale del Donatore di Sangue.
La campagna, che giunge quest’anno alla sua 25esima edizione, è promossa dal Centro Antartide in collaborazione con AVIS Emilia-Romagna, con il patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani e con cento aderenti in tutta Italia tra amministrazioni comunali, società autostradali, aziende sanitarie, imprese, associazioni, media e radio.
Tanti i dati che su questi temi parlano chiaro sulla rilevanza che ricoprono i comportamenti individuali in tutti gli ambiti: a partire dalle cause degli incidenti stradali, che sono nella maggioranza dei casi (38,1 %) da cercarsi tra la distrazione dell’autista, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Allo stesso modo la donazione di sangue o plasma è un gesto personale da cui ogni giorno traggono beneficio 1800 persone che quotidianamente necessitano di trasfusioni o emoderivati a causa di varie patologie, rendendo loro disponibili quelli che sono a tutti gli effetti farmaci salvavita.
Con un tavolo di esperti composto da clinici, rappresentanti di Società scientifiche, Associazioni di pazienti oncologici e Coordinatori delle Reti Oncologiche Regionali, sono state presentate un’analisi della normativa vigente, una mappatura dei centri specialistici, le proposte a breve e medio termine.
I documenti e l’elenco dei componenti dell’“Osservatorio civico sulla medicina personalizzata. NGS e MTB: lo stato dell'arte regionale” sono disponibili a questo link.
L’analisi è stata presentata oggi a Roma da Cittadinanzattiva e riassume i risultati dell’”Osservatorio civico sulla medicina personalizzata. NGS e MTB: lo stato dell'arte regionale”, finalizzato ad analizzare il livello di implementazione dell’oncologia di precisione nel nostro Paese e a contribuire a stimolare l’attuazione di misure e azioni che assicurino un trattamento oncologico equo e accessibile per quei pazienti che possano giovarne.
Il Molecular tumor board è un organismo di secondo livello composto da varie figure specialistiche che interviene su attivazione del GOM (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) per valutare i risultati dei test NGS (tecnologie di profilazione genomica) e individuare le opzioni terapeutiche per i pazienti con tumore in fase avanzata, per i quali non ci sono terapie disponibili. I numeri dei MTB in Italia: Veneto, Toscana, Liguria, Campania, Piemonte/Valle D’Aosta, Sicilia, Puglia, Calabria, Abruzzo, Umbria hanno deliberato il MTB prima della legge 233/2021 e del successivo Decreto Ministeriale 30 maggio 2023. che lo hanno istituito. A seguito del decreto hanno deliberato o aggiornato la precedente direttiva: Liguria, Sardegna, Umbria, Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia, Marche, Molise e Lombardia (quest’ultima di recente emanazione). Mancano all’appello: Basilicata, PA Bolzano e PA Trento. Per il Lazio, infine, risulta un MTB a livello aziendale e in FVG una delibera con la proposta di istituirlo.
Liste di attesa nel Lazio: solo un cittadino su due nel 2023 ha ottenuto visite ed esami nei tempi giusti, sette su dieci si sono imbattuti in liste chiuse. I risultati di una indagine di Cittadinanzattiva presentata oggi.
Nel 2023 il 48,8% dei cittadini residenti nel Lazio dichiara di non aver ottenuto l’appuntamento per la prenotazione richiesta, il 70% ha sperimentato liste di attesa chiuse, oltre il 58% ha ottenuto visite ed esami con tempi superiori a quanto previsto dal codice di priorità indicato dal medico, il 38% si è dovuto spostare in un luogo lontano o difficile da raggiungere per ottenere la prestazione nei tempi giusti; e quasi il 29% ha ricevuto la proposta di effettuare la visita o l’esame nel canale intramurario.
I dati emergono da una indagine online rivolta ai residenti nella regione Lazio nel mese di aprile 2024 e resi noti oggi nel corso dell’evento “Liste di attesa e digitalizzazione”, promosso a Roma da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionato di Doctolib.
A fronte degli ostacoli su indicati, il 41% circa ha svolto la prestazione a pagamento nel privato, il 21% ha accettato suo malgrado tempi e luoghi proposti dal servizio pubblico, poco più del 12% ha effettuato la prestazione in intramoenia. C’è un 7% che ha dichiarato di aver rinunciato a svolgere la visita o l’esame.
Importante essere arrivati a queste misure, seppur con spacchettamento tra Decreto e disegno di legge. Da Recup integrati a superamento tetto di spesa per il personale, ci auguriamo ci sia una prima svolta per i cittadini. Restano alcuni nodi critici
“Il Decreto sulle liste di attesa appena presentato in Consiglio dei Ministri, e che ci riserviamo di leggere con attenzione, riconosce di fatto il carattere di “urgenza” della questione, anche se lo spacchettamento delle misure in due provvedimenti - un Decreto e un disegno di legge, con tempi e modalità di approvazione differenti - rischia di indebolire la portata e la cornice generale di azione. Due gli elementi particolarmente qualificanti, dal nostro punto di vista: la previsione di integrare finalmente le agende delle strutture pubbliche e private convenzionate nei Recup regionali, richiesta avanzata da anni dalla nostra organizzazione, Recup che possono diventare uno strumento fondamentale di governo delle liste di attesa e di gestione e controllo della domanda ed offerta di prestazioni sanitarie; e il previsto superamento dal 2025 del tetto di spesa per il personale sanitario, sul quale tante voci, compresa la nostra, si sono alzate in questi anni”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. "Ottimo inoltre che per decreto si ribadisca che le agende non possono essere chiuse e che le prestazioni in intramoenia non possono superare quelle pubbliche.
“Una emergenza che perdura. Ripristinare fondi adeguati”
Con l’episodio avvenuto ieri nella scuola primaria Marco Polo di Palese, quartiere di Bari, sono 56 gli episodi di crolli nelle scuole, nell’anno scolastico che sta per concludersi. “Una emergenza che perdura, con numeri costanti e che continuiamo a monitorare anche con un nostro contatore web”, spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva che sottolinea: “Quanto avvenuto ieri nella scuola pugliese dove il preside docente, alla vista di crepe sospette sul soffitto, ha fatto spostare gli alunni, ci ricorda quanto sia importante vigilare sulla sicurezza delle scuole, anche osservando e segnalando episodi e elementi che possono essere un indicatore di rischio, come appunto le crepe nel soffitto. Ma la vigilanza non basta. Continuiamo da anni a chiedere che ci siano finanziamenti strutturali e duraturi che consentano di intervenire per la messa in sicurezza di un patrimonio edilizio scolastico che, quasi in un caso su due, risale a prima del 1976. Negli ultimi anni, a parte il PNRR che ancora non ha dato tutti i suoi frutti, i fondi per la messa in sicurezza delle scuole non sono stati rifinanziati in misura adeguata e le casse degli Enti Locali sono spesso sempre più povere, anche solo per gli interventi di manutenzione ordinaria, o per le indispensabili indagini diagnostiche di soffitti e solai. Chiediamo una inversione di rotta, rivolgendo un appello in tal senso anche in vista delle prossime elezioni di giugno”.
I dati dell’ultimo Rapporto presentato a settembre 2023 da Cittadinanzattiva
Gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47% e l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico.
Un terzo dei 588 docenti e dirigenti intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola, uno su cinque dichiara di non averlo fatto (21%) oppure che alla segnalazione non è seguito un intervento di sistemazione (12%). Gran parte degli edifici presenta a loro dire tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e addirittura crepe (23%).
Biblioteche pubbliche e scuole come centri di aggregazione e diffusione di cultura, collaborazione fra residenti e migranti per combattere lo spopolamento, volontariato per garantire a tutti i servizi sanitari: sul podio della terza edizione del contest promosso da Cittadinanzattiva, in collaborazione con UniCredit, le buone pratiche che migliorano la qualità della vita dei residenti.
A Moliterno-Latronico (PZ), con “Ci sarà una volta” è stato possibile creare un gioco di carte sul tema delle biblioteche pubbliche e sulla loro importanza nelle aree interne. A Castiglione Messer Marino (CH), invece, con la “Scuola dei Piccoli Comuni – Formazione e pratiche per le aree interne” si sono realizzati incontri e laboratori con docenti, ricercatori e esperti, nell’ottica di rendere i piccoli comuni laboratori di nuove pratiche sul versante sociale, economico, culturale e ambientale. A Castelpoto (BN) il progetto “Castelpoto, piccolo comune cosmopolita” ci si è concentrati sui temi dell’inclusione e della restanza coinvolgendo attori del terzo settore, giovani residenti e istituzioni scolastiche locali. A Tortona (AL), infine, il “Poliambulatorio Soter in Tortona”, con il lavoro dei medici volontari, si è dedicato alla presa in carico e assistenza sanitaria gratuita dei cittadini in particolare difficoltà economica.
Sono queste le realtà premiate e menzionate dalla terza edizione di “Chi l’ha fatto?”. Il contest, avviato da Cittadinanzattiva nel 2021, in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di “Noi&UniCredit”, il programma di partnership con le Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale, si pone l’obiettivo di raccogliere, mettere in rete e valorizzare le esperienze che, partendo dalle esigenze delle comunità locali, abbiano contribuito a contenere il fenomeno dello spopolamento e a migliorare la qualità di vita di chi risiede nei territori appartenenti alle cosiddette “aree interne”. In questa edizione si è rivolta particolare attenzione alle iniziative orientate al raggiungimento dei 17 obiettivi globali dell'Agenda 2030 dell’ONU e ai temi della sostenibilità e delle disuguaglianze.